lunedì 8 settembre 2008

IL SIGNIFICATO DELLA DEMOCRAZIA

PUBBLICO UN TESTO SCRITTO DAL DOTT. ROCCO PERSICO, VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PESCARA E RESPONSABILE COMUNALE DEL PARTITO.

Ognuno di noi fa i conti con i propri ideali ,la propria storia, la propria cultura.I fatti parlano.Sappiamo distinguere chi pensa al proprio orticello e chi al bene comune.

Da parte mia chiedo a voi giovani di non desistere!
Vi invito a una breve riflessione.

Qual è il reale significato della democrazia.

Oggi,ciò che è il potere, l'autorità repubblicana o democratica – il potere del popolo, che non è il popolo che intendevano gli ateniesi o l'antica repubblica romana** - non è nelle mani di un dio, di una fede dogmatica, di un diritto di natura, di una conseguenza di intrinseca onestà nei rapporti tra le cose, bensì è sempre sottostante al potere del numero, dell'ondata dell' opinione del momento, di quella massa che sembra prevalere attraverso le fonti di comunicazione. Dipende anche da come vengono influenzati i mass media. Questi ultimi da soli non hanno tale potere, ma basta una sentenza, una corrente economica di fondo, e il colpo è fatto.

Un altro concetto della democrazia che va compreso a fondo –perché è tecnico, reale- è il seguente. "Democrazia" è anche la congiuntura dove un numero, posizionato su regole del gioco, può prevalere sulla maggioranza di fatto; ciò significa che la minoranza può accedere al potere perché posizionata in modo privilegiato sulle regole del gioco, anche se poi di fatto non è il reale quantitativo di maggioranza. Per cui c'è chi arriva con la maggioranza relativa dei voti, anche se certamente non è il rappresentante più forte; però al gioco risulta quello riuscito;per intrinseca legge del gioco, dello schema approvato precedentemente da tutti i partititi di quella democrazia o, ugualmente, dai componenti di quel partito, merita il potere. Nella consapevolezza del maggior "numero", bisogna sottostare per gioco e convenzione democratica a quel numero che si è posizionato in modo più conforme alle regole.

Nella democrazia sono sempre a rischio i migliori (misurabili dai risultati evidenziati). Di conseguenza, i criteri di bene o male, giusto o ingiusto, bello o brutto (si pensi all'arte, alla musica, alla moda), funzionale o disfunzionale, economico o non economico, etc., sono determinati dal consenso governante variabile ; per cui ,nella pratica, l'uomo sottostà ad un volontarismo occasionale di quella democrazia che prevale o per sistema, o per maggioranza di fatto.

Ne consegue che, per un operatore sociale, per un autentico contribuente di valore, è inutile perdere tempo, stare a discutere, a giustificarsi : bisogna saper anticipare , prevedere, usando la prudenza del cobra.

Se un uomo è il più giusto, il più vero, proprio per questo deve avere un'attenzione in più per sopravvivere nella norma dei diritti di tutti; oppure, se vuole fare un passo di qualità superiore, si deve prima quintessenziare(deve avere quelle congiunture, infrastrutture, trasversalità che gli garantiscono di fatto la reggenza del progetto, l'opportunità del risultato). Bisogna considerare quanti soldatini, quanti appoggi si hanno in concreto, e non quanto si ha ragione, quanto si è belle o veri.

Tutte le leggi e la giustizia sono, di fatto, in mano agli elettori. Questi ultimi, tra l'altro, non sanno che il Consiglio rappresentativo degli eletti "fa le corde", ovvero legifera,modifica le regole, e che queste regole e leggi , come stiamo osservando, le fa secondo convenienza di parte, di una fascia di interessi che sono sempre economici o di rivalsa per invidia. Il modulo delle leggi, quindi anche se esse partono da persone bisognose o da fragranti disgrazie, è sempre una convenienza di parte che viene formalizzata secondo un aggiornamento di due criteri: 1) il potere logistico economico e 2) la sopravvivenza dominante dei propri stereotipi coscienti ed inconsci.

Al proposito credo che il momento delle elezioni sia il più drammatico, di più alta punta della coscienza di una società, perché è lì il punto in cui si può giocare qualcosa; dopo, è tutto fatto.

E quello che è fatto e si farà è basato sul volontarismo del momento. Quindi l'ignoranza è ammessa e garantita, e ha diritto maggioritario, in quanto sostenuta da individui con opinioni indimostrate. Di conseguenza è inutile fare dibattiti su principi razionali.

Alla luce di questa riflessione e dopo aver ascoltato gli isterici interventi, a parte l'appassionata Lea, della sera dedicata alle donne, ho deciso di riprendere la mia leadership troppo offuscata, invitando chi di voi, giovani liberi e donne libere a intraprendere un cammino comune di vera svolta nel nostro vivere quotidiano.
Acquisisce rilevanza essenziale la scelta della persona candidata e della persona eletta.

Con vera stima e affetto Rocco Persico

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