lunedì 18 febbraio 2008

Partito Democratico: vantaggi, svantaggi e Polito

Pubblicato il 17 Febbraio, 2008
da Fabio Andrea Petrini su: http://www.giornaledigitale.net/


Nello stravagante e bizzarro contesto politico italiano, la nascita del Partito Democratico ha fortemente cambiato lo scenario. Se è vero che un fenomeno di questa entità condiziona un po’ tutta la politica europea, figuriamoci le conseguenze, già in parte visibili, che un progetto così ampio e ambizioso accompagnerà nel nostro futuro. Essere di centro, di destra, di sinistra o “laici” post ideologici non è importante per una analisi generale. Una buona politica non può prescindere dall’esistenza di un minimo comune denominatore.
Spesso ci si interroga sull’essere unionisti o separatisti, entrambe le collocazioni hanno i loro vantaggi e svantaggi. Si pensi all’unione europea, in particolare quanto può aver migliorato gli inevitabilmente difficili rapporti che popoli e culture diverse possiedono. Si pensi alla stabilità che la moneta unica ha offerto alla nostra economia anche grazie all’introduzione dei parametri di Maastricht e di tutti quei criteri che impediscono al libero mercato di diventare un feudo. All’interno di questa conquista c’è chi ancora rema contro magari perché sostiene che convenzioni “sconfinate” non tengono conto delle piccole realtà locali come il comune beneventino di turno o delle sensibilità di Borghezio.
Negli ultimi anni, l’aver dato una rappresentanza parlamentare anche alla lista civica che garantisse la vittoria alle elezioni è stata la bandiera del fallimento politico.
Il PD, come si sta osservando ora, ha ridotto la frammentazione “costringendo” i partiti affini ad aggregarsi e a svincolarsi da quelli più lontani e microscopici.
Le alleanze e quindi le coalizioni devono ritornare ad essere figlie della politica, non dell’aritmetica.
Non si capisce bene il motivo per cui una collocazione politica debba essere ancora identificata con le parole “centro”, “sinistra” e “destra”. Avere tre scelte per una linea di pensiero significa non avere scelte. La politica è bene che inizi a muoversi su larga scala per valori, credibilità dei candidati e seri programmi elettorali. Tuttavia la democrazia prevede la scelta e quindi anche scegliere di rimanere nel passato fa parte del gioco ma al di fuori di palesi ambiguità.Ora gli eletti saranno più conformi alle volontà degli elettori, in tutti gli schieramenti.
Sebbene ci sono vari vantaggi, c’è però anche qualche punto forse non positivo. Potrebbero venir meno ad esempio, contributi costruttivi di quella sinistra responsabile che non ha rinunciato al valore della laicità come punto di partenza per iniziare un dialogo all’interno di un partito. Veltroni e Di Pietro dovranno poi garantire politiche ambientaliste, di solidarietà e di equità sociale che, senza una profonda assunzione di responsabilità, potrebbero essere “trascurate”.C’è anche da dire, ringraziando ancora Berlusconi per la legge elettorale “porcellum”, che i nuovi gruppi parlamentari saranno inevitabilmente scelti dalle segreterie di partito, in modi più o meno democratici. Non saranno eletti con il voto di preferenza, non lo sono stati nella passata legislatura. Questo comporta l’infiltrazione di minoranze incompatibili con il pensiero degli elettori. Il senatore Antonio Polito è stato eletto nel gruppo dell’Ulivo. Egli era direttore di “Il Riformista”, un giornale pagato in parte con i soldi pubblici, che pochissime persone leggono. Quanti elettori conoscevano polito prima delle elezioni politiche 2006? Più volte ha fatto dichiarazioni di totale incompatibilità con il programma dell’Unione e di forte vicinanza alla politica al centrodestra. Rimane tuttora nel centrosinistra.
Vorrei ora porre all’attenzione dei lettori le sue ultime dichiarazioni in un comunicato stampa:
“Sono tre volte contrario alla scelta del Pd di apparentarsi sulla scheda elettorale con il partito di Di Pietro". Lo dichiara il senatore del Pd Antonio Polito. "Primo: perché così facendo si afferma che la cultura politica del nuovo partito si sente più vicina al giustizialismo dell’ex pm che al liberalismo dei radicali e dei socialisti. Secondo: perché il partito di Di Pietro è un partito personale che già alle passate elezioni non andò tanto per il sottile nella scelta dei candidati e che creò al Senato non poche turbolenze nella maggioranza, soprattutto sui temi della giustizia. Terzo: perché se anche il Pd vincesse le elezioni, per governare avrebbe bisogno dei parlamentari eletti con Di Pietro, con buona pace della vocazione maggioritaria”.Antonio Polito,Comunicato stampa del 13 febbraio 2008, senato.it
Caro Polito,primo: la posizione che ha ribadito Di Pietro è sempre stata quella di non permettere le candidature al parlamento di persone che sono state condannate per reati gravi con sentenza penale passata in giudicato. Persone che hanno commesso reati. La posizione processuale, per questi signori, è stata quindi varata da organi dell’ordine giudiziario pertanto il giustizialismo di cui lei parla non centra nulla. Inoltre l’Italia dei Valori ha sempre sostenuto una politica liberale ed ha anche una componente socialista al suo interno. I socialisti a cui lei fa riferimento invece, hanno acquisito nel loro partito Gianni De Michelis che è stato condannato per corruzione sulle mazzette autostradali in Veneto e per finanziamento illecito nel processo Enimont.Secondo: forse il partito di Di Pietro è un partito personale dove tutti la pensano allo stesso modo, sui temi precedentemente citati. Le turbolenze vennero create solo quando la politica del governo tentò di interferire nell’autonomia della magistratura (es. avocatura di de Magistris) o nella libertà di informazione (es. DDL Levi-Prodi) che purtroppo è limitata in Italia.Terzo: qui sono d’accordo con lei, sono felice che sia così.


Fabio Andrea Petrini,
direttore responsabile di Giornale Digitale.http://www.giornaledigitale.net/

domenica 17 febbraio 2008

BUONE NOTIZIE PER GLI SPORTIVI DELL'UNIVERSITA' DI TERAMO

Una buona notizia per gli universitari che amano lo sport: circa la metà del costo dell’abbonamento per la palestra verrà rimborsato entro trenta giorni.

CUS TERAMO ED ADSU SI ACCORDANO: RIMBORSI PER CHI VA IN PALESTRA.

Noi Giovani dell’Italia dei Valori dell’Università di Teramo, abbiamo pensato di pubblicizzare con un articolo, questa importante opportunità offertà dall’ultimo accordo stipulato tra ADSU e CUS di Teramo.

Gli studenti dell’università di Teramo dal 2008 potranno fruire di un importante convenzione stipulata dal Centro Universitario Sportivo (CUS) con l’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario (ADSU): rimborsi, entro 30 giorni, fino al 60% del costo sostenuto per l’acquisto dell’abbonamento per andare in una delle palestre convenzionate con il nostro CUS.
Più precisamente, gli studenti appartenenti alla 1° fascia di reddito (la più bassa), usufruiranno del 60% di rimborso delle spese sostenute per l’acquisto dell'abbonamento, per gli appartenenti alla 2° fascia verrà corrisposto il 40% della somma.
Bisogna ricordare due cose: la prima è che per usufruire dei rimborsi bisogna iscriversi al CUS (la tessera si rinnova ogni anno con un contributo di appena 10 euro), la seconda osservazione è atta a sottolineare che i rimborsi saranno applicati a tariffe già scontate, in seguito a convenzioni, stipulate in precedenza dal CUS, direttamente con le singole palestre o centri sportivi.
Ecco i centri convenzionati con il CUS:
Teramo
Palestra Interamnia , via Ponte S. Ferdinando: € 40 mensili - ingresso libero;
Palestra Di Mattia (Ginnastica Teramo), via Tripoti: € 40 mensili, € 100 trimestrali - ingresso libero;
Palestra C.A.M., via S. Ferdinando 40: € 20,70 mensili - ingresso libero;
Palestra Wellness Club, via Gammelli: € 40 mensili - ingresso libero;
Palestra Life Club, v.le Bovio: € 30 mensili - 3 ingressi settimanali delle ore 9 alle ore 15, € 40 mensili ingresso libero.
Centro fitness Kinesis, via Stazio 24: Corsi di yoga, € 40 per quattro sedute mensili;
Palestra Primadonna, Circonvallazione Ragusa 49 - € 40,00 mensili, ingresso libero.
Faccio un esempio pratico: se m’iscrivo alla “Wellness”, pago 40 euro al mese invece di 50 euro, se sono iscritto al CUS, presento la fattura presso lo stesso e dopo 30 giorni mi verranno rimborsati 24 euro se sono di 1°fascia (60%) o 16 euro se sono di 2°fascia.
I Giovani dell’Italia dei Valori dell’Università di Teramo esprimono soddisfazione per l’accordo raggiunto dall’Avv. Nicola Aprile e l’ADSU di Teramo, sperando che in futuro l’Ateneo teramano possa dedicare maggiore attenzione (e fondi) per la manutenzione anche straordinaria dell’unico impianto sportivo di proprietà che abbiamo a disposizione: il campo di calcio a 5 di viale Crucioli.

Emanuele Mancinelli
Rappresentante Studenti al CUS

sabato 16 febbraio 2008

l'ACCORDO PD - IDV

PUBBLICO UN ARTICOLO DI MARCO TRAVAGLIO, POSTATO DA ANTONIO DI PIETRO SUL SUO BLOG:


"L’accordo Pd-Di Pietro non piace al Platinette Barbuto, il che significa che è una cosa ottima. Non piace neppure al Cainano, e anche questo dovrebbe essere un buon segno, oltrechè un fatto naturale: la memoria di Mani Pulite è per lui come l’aglio per i vampiri; il fatto che il 4-5% dei voti di cui è accreditato l’ex pm non vada disperso col giochetto porcellesco dei quorum accorcia il distacco tra il Popolo dei prescritti in libertà e il Pd-Idv; in più il taglio - davvero rivoluzionario -­ dei candidati condannati fin dal primo grado renderà ancor più scandalose le candidature berlusconiane e uddiccine di noti pregiudicati e condannati provvisori; e la presenza dell’ex pm renderà un po’ più difficili gli auspicati (dal Cainano) inciuci sulla giustizia, le tv e le «grandi riforme».
Un po’ meno comprensibile è che le nozze tra Uòlter e Tonino dèstino scandalo nel Pd, soprattutto se si usano gli stessi argomenti del Cainano. Notevole, nel suo piccolo, il caso di Peppino Caldarola, che nel giro di un anno è riuscito a passare da dalemiano ad antidalemiano, a uscire dai Ds perché non condivideva il progetto del Pd e poi a rientrare nel Pd perché gli piaceva Veltroni, e ora a minacciare di andarsene perché non gli piace la scelta di Veltroni. «Mi sembra difficile stare nello stesso partito» con Di Pietro, annuncia corrucciato. Motivo: «Che ne sarà della nostra campagna dialogante con Berlusconi, con dipietristi e grillisti che lo chiamano “psiconano”?».
È esattamente quel che dice Berlusconi. Del resto, l’altro giorno, l’inquieto Caldarola aveva scritto un articolo per il Giornale di Berlusconi per chiedere, dopo le elezioni, un bel governo di larghe intese con Forza Italia, proprio mentre Uolter smentiva di aver mai avuto questa intenzione. Ecco, è interessante la posizione di un aspirante candidato del Pd che vuole governare con Berlusconi, Dell’Utri e Cuffaro, ma Di Pietro - pericolosamente incensurato - non vuol neppure vederlo.
Anche Antonio Polito, altro trascinatore di folle, è allarmato. Anche lui lo fa sapere dalle colonne di un giornale di Berlusconi, il Foglio, con cui collabora stabilmente: «Mi dispiace, ma io proprio non riesco a immaginarmi nello stesso gruppo parlamentare di Di Pietro, anche perché da questa alleanza desumo che il Pd si schiererà non solo contro la legge sulle intercettazioni annunciata dal centrodestra, ma anche contro la sua stessa riforma, voluta dal suo governo in questa legislatura». In effetti è un bel guaio, per il Cainano, che il Pd non gli voti la legge che vuol mandare in galera fino a 5 anni chi fa le intercettazioni e multare fino a 2 milioni di euro i giornalisti che le pubblicano. È pure un bel guaio che il Pd prenda le distanze dalla riforma Mastella, che si accontenta di rovinare i giornalisti multandoli fino a 100 mila euro. Secondo Polito, per guadagnare consensi il Pd dovrebbe seguire il programma di Mastella, che tanto entusiasmo ha suscitato in questi due anni nella base ulivista, e che naturalmente ha rovesciato il governo Prodi.
A questo punto resta da capire perché chi vuole fare un governo con Berlusconi o votare le sue leggi, e già collabora con i suoi house organ, non si candidi direttamente con Berlusconi. O magari fondi un nuovo partito, il «Caldalito», o il «Polirola», candidando le ultime vittime delle intercettazioni ­da Fazio a Moggi, dai furbetti del quartierino alla signora Mastella - e adottando lo slogan: «No cimici» o «Liberté Illegalité Impunité» (chiedendolo in prestito a Cetto Laqualunque, che ha già depositato il marchio).
Nemmeno il piccolo Boselli si dà pace: perché Di Pietro sì e lui no. Il fatto che Di Pietro abbia i voti e lui no è, evidentemente, del tutto secondario. Gli elettori: questi sconosciuti. Che lo Sdi abbia appena imbarcato Gianni De Michelis, condannato per corruzione sulle mazzette autostradali in Veneto e per finanziamento illecito nel processo Enimont, è del tutto ininfluente. Anzi, com’è noto, l’elettore medio, tra un De Michelis e un Di Pietro, sceglierebbe a occhi chiusi De Michelis. Anzi, sono anni che gli elettori ulivisti occupano le strade e le piazze per chiedere che fine abbia fatto De Michelis e che cosa si aspetti a riportare in Parlamento e al governo una personcina così perbene. Non ci dormono proprio la notte. Purtroppo resteranno a bocca asciutta anche stavolta. Speriamo nella prossima."

sabato 9 febbraio 2008

L'Aurum c'è! E' successo?

La struttura dell’ex Aurum nasce nel 1910 con il nome di Kursaal e la sua funzione era di edifico adibito alla ricezione turistica per attività ricreative e di balneazione.
Nel 1921 la famiglia Pomilio riutilizzò l’edificio come fabbrica del famoso liquore e, nel 1939, affidò all’architetto Giovanni Michelucci il compito di ampliare lo stabile costruendo il retrostante corpo a pianta di ferro di cavallo. Negli anni ’70 l’edificio viene abbandonato per poi ospitare nel 1990 e nel 1995 due edizioni di Fuori Uso, una manifestazione artistica di respiro internazionale - ancor oggi vivissima - ideata dal gallerista pescarese Cesare Manzo, che intendeva dare vita a una manifestazione che occupasse nuovi spazi nel panorama urbano, recuperando aree ed edifici dismessi e abbandonati e restituendoli alla città come luoghi d’arte.
Oggi, dopo i restauri, lo stabile si sviluppa su tre piani con una terrazza e una grande corte interna e trova nuove funzioni come “fabbrica delle idee”: concesso in uso a soggetti pubblici e privati per iniziative di carattere culturale-ricreativo, promozionale e di rappresentanza. E’ dato in concessione in via preferenziale alle manifestazioni organizzate dall’Amministrazione Comunale e successivamente concesse in uso a terzi dietro pagamento di un canone prestabilito a seconda del tipo di stanza di cui si ha necessità. Inoltre, sulla scia della tendenza a musealizzare ogni luogo teatro di avvenimenti importanti per la città, oltre alle attività ricreative, l’ex aurum è un museo dove vengono periodicamente esposte opere di artisti d’arte moderna e contemporanea.
Nello schema qui sotto sono riportate nello specifico gli spazi a disposizione e le attività rispettivamente destinate:

Spazi Auditorium F.P. Tosti: Primo piano mq. 158,00 convegni, conferenze, incontri culturali, presentazioni di libri, conferenze stampa;sala B. Cascella: Primo piano mq. 106,70 piccole esposizioni, zona di accoglienza e servizio per Sala “F.P. Tosti;sala G. D'Annunzio: Primo piano mq. 765,90 mostre ed esposizioni temporanee;sala F.P Michetti: Primo piano mq. 752,20 mostre ed esposizioni temporanee; Saletta libreria: Primo piano mq.65.54 conferenze, riunioni, Corsi;sala E. Flaiano: Secondo piano mq. 249,00 convegni, conferenze, incontri culturali;sala C. Barbella: Secondo piano mq. 146,00 piccole esposizioni, zona di accoglienza e di servizio per sala “E. Flaiano”: Secondo piano mq. 249,00 convegni, conferenze, incontri culturali;sale Kursaal: Secondo piano mq. 227,20 incontri di rappresentanza e istituzionali, celebrazioni, riunioni;Foresteria: Secondo piano mq. 160,00 accoglienza, alloggiamenti di qualità;Locali piano terra nord: Piano terra mq. 676,31 mostre ed esposizioni temporanee, catering, accoglienza e servizio per Piazzetta “G. Michelucci”;Locali piano terra sud: Piano terra mq. 533,04 mostre ed esposizioni temporanee;Piazzetta “G. Michelucci”(corte interna): Piano terra mq. 900,00 manifestazioni estive, esposizioni, cinema serale, concerti, spettacoli teatrali, sfilate di moda; Locale loggiato: Piano terra mq.62.22 locale di servizio per Piazza “G. Michelucci".

Uno stabile così ampio, potrebbe essere destinato a funzioni più utili e contingenti. Per quale motivo tutti i suoi numerosi ed ampi spazi vengono utilizzati tutti nella medesima maniera?
Potranno i giovani utilizzare qualche spazio per le loro esigenze di formazione culturale o come centro d’aggregazione che sia diverso dalla discoteca o la sala giochi?
Nello schema di cui sopra appare lampante che i metri quadri siano quasi infiniti, distribuiti in ben 12 ambienti su 3 livelli e la loro utilizzazione è assolutamente ripetitiva: esposizioni temporanee, riunioni, catering, manifestazioni estive, sfilate ed alcune sale d’accoglienza. Nulla di concreto per la città e per i suoi giovani.
Possibile che dall’inaugurazione avvenuta il 19 luglio scorso non siano ancora state individuate le ulterioni necessità di cui il cittadino pescarese ha bisogno? Per citarne una: Pescara vanta di essere una città universitaria ma non possiede una adeguata ed efficiente biblioteca. Quelle esistenti attualmente sono due: la Biblioteca Provinciale situata negli edifici della Provincia ed è composta da due sole aule di lettura e una mini aula contenente pochi computer; la biblioteca del Centro Servizi Culturali di Pescara Centrale situata in Piazza Salotto che offre più spazi di lettura ma possiede un ristretto numero di libri consultabili. Non sarebbe male poter godere di una grande e polifunzionale biblioteca, facilmente raggiungibile dalla zona dell’Università, lontana dal caos metropolitano e magari gestita da giovani volenterosi desiderosi di migliorare il servizio pubblico e di dare una nuova immagine giovanile alla cultura pescarese.

PS - Se qualcuno vuole esporre le sue idee può farlo mandando 1 e-mail alla mia casella di posta scritta qui sotto.

Daniele Zanca
Responsabile Cultura - GIV Abruzzo
zdaniele81@libero.it

L'indebitamento delle famiglie

L’ultimo Rapporto dell’Eurispes (Italia 2008) ha formalizzato il giudizio che ormai quasi il 70% degli italiani esprime, quotidianamente, sulla propria capacità di sostentamento.
La speranza è che il futuro Governo continui a dare il giusto peso al problema dell’indebitamento e del caro vita nella definizione degli obiettivi primari.
Fino a solo un decennio fa la famiglia italiana era la seconda al mondo per propensione al risparmio, preceduta solo da quella giapponese.
Negli anni ’80 le famiglie italiane accantonavano mediamente il 22,4% del reddito, contribuendo straordinariamente a garantire un diffuso benessere alle generazioni future.
Nel 2003 le stime parlavano di una percentuale di risparmio pari al 9%.
Oggi i dati nazionali riportano cifre preoccupanti che sono lo specchio della nostra ordinaria difficoltà.
Al 2005 in Abruzzo si stimava un’esposizione media per famiglia di 9.700 euro: Pescara la provincia più indebitata per circa 11.687 euro, a seguire Teramo con 10.310 euro, L’Aquila con 9.096 euro e infine Chieti con 7.795 euro, tutte decisamente sotto la media nazionale che si attestava intorno ai 12.222 euro a famiglia.
Se si confrontano i dati di alcuni dei principali Paesi, contenuti nella Relazione Annuale della Banca d’Italia del 2006, vediamo come la situazione italiana (e ancor più quella abruzzese), appaia in un primo momento privilegiata rispetto al contesto internazionale, in cui la Francia risulta indebitata per il 66% del reddito disponibile nel Paese, la Germania per il 100%, Stati Uniti 128% e Regno Unito 148%, contro una media italiana del 44%.
In una visione prospettica, il dato allarmante, riguarda invece la variazione registrata rispetto ai periodi precedenti: nel 2005 l’indebitamento delle famiglie è cresciuto in Italia del 15%, dell’11% circa nel 2006, e del 10% circa solo nei primi 6 mesi del 2007, per una variazione complessiva dal 2002 al 2007 dell’81%, in un periodo in cui i salari sono fermi da anni e l’inflazione sembra correre ben più alta dei dati ufficiali.
Le motivazioni di questa tendenza sono da ricercare nel basso livello dei tassi di interesse, che hanno scoraggiato investimenti a medio-lungo termine, e hanno allo stesso tempo accentuato la propensione a contrarre un debito, sotto la spinta di una fortissima offerta da parte delle banche e delle società finanziarie.
L’acquisto di un immobile, che costituisce più della metà del debito complessivo sofferto dalle famiglie, ha subito negli ultimi anni rincari spropositati dovuti alla incertezza dei mercati finanziari, alla speculazione e soprattutto alla mancanza da anni di una politica di edilizia pubblica.
Circa 2,4 milioni di famiglie hanno un mutuo, di queste 530 mila, secondo il Censis, sono a rischio di insolvenza: 420 mila si trovano in difficoltà, mentre 110 mila potrebbero non riuscire a pagare le rate a seguito dell’aumento dei tassi di interesse e dei prezzi di acquisto degli immobili fuori da ogni logica.
Ma se l’indebitamento per l’acquisto o la ristrutturazione della casa rappresenta un investimento, e pertanto in molti casi auspicabile, è sconcertante l’aumento del ricorso al credito al consumo e il proliferare ovunque di società finanziarie felici e sorridenti nel concedere prestiti senza fare troppe domande, in cambio di tassi di interesse al limite della legalità.
Si stima che circa un italiano su quattro ne faccia ricorso, e che ogni italiano ne sia virtualmente esposto per 1.590 euro, spesso per mantenere il proprio livello di consumi, o per accedere a consumi voluttuari che sortiranno i loro effetti necessariamente su quelli futuri.
Quello delle finanziarie rappresenta un circuito parallelo al mondo bancario (e da esso stesso diretto) che funge da valvola di sfogo per quelle categorie in difficoltà o semplicemente inconsapevoli, e per questo motivo a maggiore rischio sociale.
I costi percentuali espressi dal TAEG (tasso annuo effettivo globale) vanno da un minimo di circa il 7% fino a oltre il 20%, talvolta nascosti da rate leggere ma assolutamente ingiustificati e intollerabili.
I Giovani dell’Italia dei Valori sono a disposizione per dare maggiori informazioni a chiunque fosse in difficoltà o volesse verificare l’esistenza di alternative meno onerose per il proprio finanziamento, mettendo a disposizione l’indirizzo email, per segnalare il proprio caso e chiedere un consiglio sulle diverse opportunità offerte dal mercato.
Sempre più spesso infatti si sente proporre la forma del consolidamento dei debiti, o forme di finanziamento apparentemente vantaggiose, ma che se sottovalutate potrebbero condizionare nel medio periodo le proprie scelte future e l’integrità patrimoniale della propria famiglia.
La ricchezza che ci è concessa è il frutto del sacrificio dei nostri genitori e dei nostri nonni che hanno saputo con lungimiranza costruire l’Italia di oggi; non possiamo renderli vani semplicemente pensando che tutto questo ci sia dovuto.

Stefano Di Romualdo
Responsabile Economia, Sviluppo e Attività produttive - GIV Abruzzo
stefanodirom@yahoo.com

lunedì 4 febbraio 2008

La Generazione Y

Cos'è la Generazione Y?
E’ una denominazione per indicare i giovani di oggi da i 18 ai 25 anni nati a partire dai primi anni '80.
Hanno appreso in maniera assolutamente mediatica la fine della Guerra Fredda e la Guerra del Golfo e vissuto l'avvento di internet che negli anni '90 é diventato il primo mezzo di comunicazione.
Oggi amano relazionarsi attraverso blog, chat, forum; sono aggrappati al cellulare, ipod e qualsiasi tecnologia li permetta di essere sempre connessi e attraverso il quale si esprimono con un nuovo linguaggio fatto di segni sintetici.
Va bene essere al passo con i tempi, ma tutto questo ha un risvolto psicologico nel giovane?
Pare che questo continuo afflusso di informazioni crei una pressione psicologica tale da provocare una sorta di “crisi d’identità”, generando vere e proprie insicurezze nel rapporto con gli altri. Per questo il giovane preferisce relazionarsi attraverso le chat, gli sms o in una dimensione virtuale come Second Life, in modo da creare un secondo io, spesso molto diverso da ciò che è realmente.
Voi cosa ne pensate???

Daniele Zanca
Responsabile Cultura - GIV Abruzzo

Neocentrismo o esigenza ?

Da tempo, nel panorama politico italiano ci si è resi conto che qualcosa non và.
Dopo la “dittatura democristiana” della prima repubblica, il sistema politico ha creato una sorta di “costituzione materiale” che sostituisse nei fatti quella scritta e vigente, almeno per quanto riguarda gli organi dello Stato ed i rapporti intercorrenti tra i vari livelli degli stessi.
Riforme, piccole modifiche della Costituzione (senza stravolgerla), leggi elettorali che han fatto affermare l'assegnazione dei seggi in Parlamento in senso maggioritario; il bipolarismo entra a far parte del DNA della nostra beneamata (ed odiata) “seconda repubblica”, un bipolarismo “forzato”, gli effetti? Ciellini con neofascisti e secessionisti da una parte, comunisti e democristiani moderati dall'altra, voi riuscireste a farli andare d'accordo? Non credo, sicuramente non su tutto (tranne le leggi “a protezione della casta”).
La verità è che non siamo culturalmente un paese bipolare, bensì multipolare, la nostra cultura ha origine nel V secolo A.C., mentre noi già parlavamo di filosofia e diritto gli anglosassoni andavano a caccia con le asce, prendiamone atto, rimbocchiamoci le maniche ed iniziamo innanzi tutto a non giudicare “sbagliato tutto ciò che fa l'avversario”.
La terza repubblica dovrà essere: efficiente (attraverso dispositivi legislativi che diano una maggiore stabilità ai Governi), rappresentativa delle componenti politiche che abbiano una rilevanza (attraverso uno sbarramento ragionevole) e soprattutto avrà il compito di riscoprire la “questione morale”, sempre se non vogliamo diventare definitivamente una democrazia di facciata.
L'Italia dei Valori si trova davanti ad un bivio: PD o “neoguelfi” ?
Io sono cattolico, credo in Dio, ma sono un sostenitore accanito della laicità dello Stato ma in questo momento della storia è necessario ripristinare legalità e moralità nell'attività politica ed i “neoguelfi” di Tabacci e Pezzotta m'ispirano più fiducia, ovvio ognuno mantiene la propria identità, noi liberal democratici e loro democratico cristiani, inieme possiamo piantare il seme della speranza.
Dopotutto i centristi sembra vogliano ripulire l'immagine della politica di stampo cattolico, infangata da tangentopoli prima e da Cuffaro/Mastella e tutti gli altri ora.
Non dimentiachiamo anche l'incoerenza dei politici al family day, tutti divorziati e risposati.
Cogliamo questa occasione, in coalizione insieme, mantenendo ognuno la propria identità.

Emanuele Mancinelli
Referente GIV prov. Pescara
Responsabile Università Centro Italia
82mancio@libero.it

venerdì 1 febbraio 2008

Memorie...

Sono stato in vacanza nel mio paese d’origine, l’Albania, dopo 11 anni d’assenza.
Purtroppo ho constatato il grande disagio che quella nazione sta attraversando ancora oggi, dopo la tumultuosa rivolta contro la dittatura comunista, credo che alcuni connazionali non abbiano saputo sfruttare al meglio la libertà donatagli dalla storia questo anche per colpa di un governo che soffoca il cittadino, nonostante ciò, io credo nel mio paese e nella mia gente perché siamo un popolo di tante tradizioni e spero che la gente trovi grande forza interiore per poter cambiare sempre in meglio.
Sapevo che avrei trovato dei disagi ma non pensavo così gravi, la grande corruzione che risiede nelle istituzioni e nei vari strati della popolazione soffoca purtroppo anche l‘onesto cittadino che cerca di far riemergere la sua amata nazione.
Mi dispiace nel profondo perché uno Stato pur se piccolo ma con delle grandi tradizioni aspetta che qualcuno lo aiuti, tutto ciò per colpa di un Parlamento che non cerca di capire, aiutare e salvare il popolo al contrario litigano tra loro non cercano di venirsi incontro per il bene del popolo che man mano sta diventando senza identità.
Un paese così vicino all’Europa ma anche così lontano per via di un Governo che purtroppo non dialoga col popolo.
La nazione è come l’essere umano se incappa in un vicolo cieco è probabile che a sua volta vi si possa perdere in un bicchiere d’acqua ed è lì che ha più bisogno dell’aiuto della famiglia perché il Governo e come la famiglia per il popolo e quando essa si trova in difficoltà esso deve intervenire per il bene del suo popolo.

Arian Dibra
Responsabile affari sociali ed immigrazione - GIV Abruzzo.